Il CDC di Atlanta (Centers for Disease Control and Prevention) ha pubblicato questo interessante grafico che mostra la variazione delle porzioni di cibo nei fastfood e nei ristoranti americani negli ultimi 60 anni.
Al solito un’immagine vale più di mille parole. Lo so la situazione americana è sicuramente peggiore di quella italiana, ma forse non così tanto. Non siamo ancora ai livelli descritti dal film Supersize Me, ma potrebbe essere uno scenario che ci interessa a medio lungo termine.
Introdurre più cibo di quello di cui abbiamo veramente bisogno non fa bene al nostro corpo perché provoca uno stress a tutto l’apparato digerente ed innesta un ciclo paradossale di accumulo (grasso, colesterolo etc…), può provocare delle patologie serie e ci costringe poi ad azioni drastiche come dieta o l’abbonamento in palestra….
Vecchie massime popolari e perle di saggezza popolare indiane e cinesi e banalmente italiche ci raccontano invece un’altra storia. Ad esempio:
- Bere un bicchiere di acqua calda al mattino appena alzati.
- Ci si deve alzare da tavola sempre con ancora un po’ di appetito
- Non bere durante il pasto, perché i liquidi diminuiscono l’efficacia dei succhi gastrici
- etc…
fonte: makinghealtheasier.org
Amo la considerazione che hanno gli anglosassoni della divulgazione scientifica e culturale.
Mi ricordo come in uno dei miei primi viaggi a Londra, ospite di Ana un’amica spagnola, fossi rimasto a bocca aperta davanti ai documentari che venivano trasmessi dalla BBC. Me ne ricordo uno chiarissimo e semplice che parlava della Teoria delle Stringhe. Ancora oggi non ho ben chiaro di cosa si tratti, ma è un mio limite. Mi servirebbe qualche base in più di matematica e fisica. Quel documentario era comunque sensazionale.
Per restare in argomento ho trovato per caso un questo video prodotto dal Royal Observatory Greenwich per pubblicizzare una mostra gratuita (fino a settembre 2012).
Anche questa Critical Mass è passata. Forse, anzi sicuramente è stata quella con la maggiore affluenza di sempre. Una vera e propria carovana senza fine ha attraversato la città.
C’è stato spazio per tutti…
Dai grandi ai piccini. Dai morigerati a quelli decisamente fuori dagli schemi….
Il numero dei partecipanti è indefinito, ma ad un certo punto via Nazionale era stracolma di ciclisti. Da un lato…
Ci sono state tante manifestazioni sull’uso della bicicletta negli ultimi mesi.
E’ cresciuta molto l’attenzione dei media e della società. La crisi poi ha fatto il resto spingendo tante persone ad abbandonare le automobili per tornare a mezzi di trasporto più semplici.
Tutto molto bello, ma adesso torniamo a fare le cose serie. E’ ora della Critical Mass che fermerà la città.
Ecco qualche video di quest’anno e degli anni scorsi per iniziare a caricarsi.
2012
2011
E qualche video che arriva dall’estero…
Negli ultimi mesi è aumentata notevolmente la percentuale di persone uccise sulle strisce pedonali o alla guida di una bicicletta.
A me è successo in passato di rischiare più volte la vita sia come pedone sia come ciclista.
Qualche volta ammetto di essere stato avventato io, in molti casi però la colpa era dell’automobilista.
Questa mattina è ho rischiato di nuovo di farmi male. Ero in bicicletta e mi stavo portando al centro della carreggiata perché dovevo girare sulla sinistra. Ero su una strada poco trafficata ed avevo comunque segnalato con il braccio il fatto che mi stavo spostando. In quel momento sono stato superato a sinistra da una macchina rombante che per superarmi è andata contromano sull’altra corsia proprio mentre stavo iniziando a girare.
Io mi sono spaventato e l’ho mandato a quel paese, la macchina ha continuato ad andare ma la persona alla guida era convinta di aver ragione gesticolando agitata.
Tutto il viaggio in metropolitana è stato di riflessione.
Perché in questo paese stiamo sempre andando più allo sfacello perdendo ogni minima sorta di senso sociale ed educazione civica ? In un momento di crisi in cui ci potrebbe essere un minimo di spinta di aggregazione invece assistiamo alla tendenza al disprezzo ed al tentativo di prevalere sugli altri in ogni occasione.
Più le cose peggiorano più mi sembra che la gente si sfoghi alla minima occasione.
L’automobile è il mezzo perfetto per far sfogare le persone represse. Protetti da un po’ di metallo sfrecciano rombanti cercando di affermarsi sugli altri.
La velocità è percepita come libertà.
Sorpassi, precedenze e semafori presi con il giallo vanno bene per avere quel brividino di dominio e controllo. Peccato che tutto finisca una volta scesi dall’automobile.
Pedoni e ciclisti diventano i deboli della situazione e ne pagano le conseguenze.
Non è una difesa a spada tratta delle due categorie. Sia i pedoni sia i ciclisti possono sbagliare e creare situazioni di pericolo, ma proprio in queste occasioni il forte dovrebbe mostrarsi forte proprio nel modo in cui tratta i deboli.
Dal mio punto di vista il ciclista però è da rispettare perché:
– sta compiendo un’attività fisica e potrebbe essere poco lucido
– potrebbe avere qualche problema causato dalle condizioni della strada e meteo
– sta però facendo un favore a tutti gli automobilisti non occupando la strada con un’altra automobile
– sta facendo un favore a questa ed alle prossime generazioni non utilizzando petrolio e non inquinando
Non è la possibilità di correre in auto o moto da una parte all’altra che ha migliorato la nostra vita anzi l’ha probabilmente peggiorata.
L’opzione è diventata regola ed imposizione. La gente corre per portare i bambini a scuola, corre poi in ufficio, corre da una parte all’altra. Non ci si può più permettere di rallentare.
Chi sta scegliendo di lasciare a casa l’automobile e di andare in bicicletta o a piedi nel suo quotidiano sta compiendo un sacrificio, ma sta facendo un favore a tutti rendendo le città più vivibili ed esplorando nuovi stili di vita in una società che per forza di cose sta cambiando.
P.s.
Ovviamente parteciperò alla manifestazione Salvaciclisti che si terrà a Roma sabato 28 aprile.
P.p.s
Ecco alcuni degli incidenti classici. Fonte: http://www.bicycling.com/training-nutrition/injury-prevention/ride-smart
P.p.s.
Cercando risorse su internet sulla convivenza tra automobili e biciclette sono finito al solito in Canada, a Vancouver.
Proprio mi sono reso conto alcuni anni fa di come un altro stile di vita è possibile.
Sul sito http://www.bikesense.bc.ca ho trovato un manuale che hanno pubblicato “The British Columbia bicycle operator’s manuale: a guide to the rules of the road, bike handling, traffic skills and the enjoyment of cyclinf for life”
A casa di una coppia di amici a Londra trovo un libro nella loro libreria che mi colpisce per la semplicità del suo titolo: Born to run.
Il titolo completo è però esplosivo: Born to Run: The Hidden Tribe, the Ultra-Runners, and the Greatest Race the World Has Ever Seen.
Non ho ancora terminato di leggere questo libro, ma una notizia di questa mattina mi costringe a parlarne. E’ morto uno dei protagonisti principali Micah True anche detto Caballo Blanco.
In suo onore in questi giorni si stanno organizzando varie manifestazioni in giro per il mondo.
Di cosa parla questo libro ? Di tante cose. E’ un’odissea che si svolge nel mondo delle corse estreme, corse in percorsi di montagna per 160 km.
Parla di una tribù messicana che vive in un luogo inaccessibile i Tarahumara che tra di loro si chiamano Rarámuri, o “The Running People“. Hanno uno stile di vita semplicissimo con una dieta semplice fatta di legumi e cereali.
Praticano la Korima, “the power of unconditional living”, una pratica di condivisione con gli altri di quello che hanno. Questa tribù che non ama avere contatti con il mondo e che vive in modo spartano nella Sierra Madre messicana è diventata famosa quando uno dei suoi corridori, un cinquantacinquenne ha vinto una delle gare di corsa più dure al mondo: La Leadville Trail 100(100 vuole dire 100 miglia ovvero 160 km).
Un semplice indio sorridente che si alimentava con pochi alimenti semplici e che correva con dei sandaletti ha battuto gli ultra atleti super allenati americani.
Questo libro parla anche dell’inutilità delle scarpe da ginnastica e di come il piede umano sia una macchina perfetta in grado di adattarsi ad ogni terreno.
Questo libro parla anche di un uomo Micah True, che ha deciso di sposare lo stile di vita dei Tarahumara, e diventando famoso con il soprannome di Caballo Blanco.
Ecco un video pubblicato alcune ore fa da un suo amico:
Ecco un estratto da un articolo di Christopher McDougall autore del libro, che nel 2006 parla dei Tarahumara.
When it comes to the top 10 health risks facing American men, the Tarahumara are practically immortal: Their incidence rate is at or near zero in just about every category, including diabetes, vascular disease, and colorectal cancer. Age seems to have no effect on them, either: The Tarahumara runner who won the 1993 Leadville ultramarathon was 55 years old. Plus, their supernatural invulnerability isn’t just limited to their bodies; the Tarahumara have mastered the secret of happiness as well, living as benignly as bodhisattvas in a world free of theft, murder, suicide, and cruelty.
So how do they do it? How is it that we, in one of the most technologically advanced nations on Earth, can devote armies of scientists and terabytes of data to improving our lives, yet keep getting fatter, sicker, and sadder, while the Tarahumara, who haven’t changed a thing in 2,000 years, don’t just survive, but thrive? What have they remembered that we’ve forgotten?
source: http://www.menshealth.com/fitness/men-who-live-forever
Una delle contaminazioni più interessanti che ho ricevuto l’anno scorso è arrivata da una sosta in bicicletta a Jarna nella fattoria di due ragazzi.
L’ospitalità non è stata il massimo, ma il loro stile di vita era veramente interessante. Due ultra vegani che però erano anche molto avanti nel discorso della decrescita e downshifting. L’ho capito solo mesi dopo.
Mi hanno introdotto al magico mondo degli Alfa Alfa. Non si tratta di allucinogeni da comune svedese, ma invece di simpatici germogli si consumano per il loro valore proteico e vitaminico.
L’erba medica (Medicago sativa L.), detta anche alfa-alfa (dall’arabo al-fal-fa “padre di tutti i cibi”), è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Fabaceae (o Leguminose).fonte: Wikipedia
La cosa interessante è che si comprano i semi e poi con una procedura abbastanza semplici si fanno germogliare (ci vogliono 3-4 giorni).
Li ho già prodotti 3-4 volte. Sapore buono e delicato.
I dettagli per la procedura sul blog di Jessica una eco viaggiatrice.
P.s.
I casi del vita. Sprouts ovvero germogli è il nome del piccolo caffè biologico(http://ubcsprouts.ca/) della UBC (University of British Columbia) dove ho lavorato come volontario. La cosa bella di quel posto è che il cibo era tutto biologico e prodotto nei campi del campus.
“Sprouts is a student-run operation that connects us to our food and the people who grow it..“.
Allo sprouts ho fatto l’addetto alla preparazione delle minestre grazie alla mia leggendaria maestria con il coltello. In realtà ero l’unico che non piangeva con le cipolle e che non aveva problemi a girare con un remo da barca l’enorme calderone della zuppa.