Breathe in Japan

October 25, 2012  |  Giappone, Viaggi  |  No Comments

Un incontro perfetto:
- Una canzone che ha un testo molto semplice, ma che nasconde molta più saggezza di quanto si immagini
- foto e video di un avventuroso viaggio in Giappone (15 min..)

Correva l’anno 2007. Era un dicembre buio e tempestoso
La canzone è Breathe dei Telepopomusik … un testo geniale (nel video viene usata come base dal minuto numero 3)

Breathe = Respirare

fonte: Dictionary.com

Ecco il testo:

I brought you some something close to me
And left with something new
I can see through your head
You haunt my dreams
But theres nothing to do but believe
Just believe
Just breathe
Another day
Just believe
Another day
Just breathe
Another day
Just believe
Another day
Just breathe
I’m used to it by now
Another day
Just believe
Just breathe
Just believe
Just breathe
Lying in my bed
Staring at the ceiling
Just breathe
Another day
Another day
Just believe
Another day
I’ m used to it by now
I’ m used to it by now
Just breathe
Just believe
Just breathe
Just believe
Just breathe
Just believe
Just believe
Just breathe
Just believe
Another day
Just believe
Another day
Just believe
Another day
Just breathe
Another day
Just breathe
I dont believe
Another day
Another day
Another day

Seconda regola del viaggiatore minchione (missione consapevolezza Zen)

September 20, 2012  |  Stuff  |  No Comments

Durante la meditazione seduta non sono ammessi rumori molesti.

A nessuno importerà del fatto che la cena è finita poco prima, che la cucina vegana ti tocca nel profondo e che in realtà ti smuove qualcosa dentro.

Il rumore dei tuoi processi digestivi invaderà la sala di meditazione. Nessuno batterà un ciglio per non perdere la concentrazione.

Salvo poi a fine sessione voltarsi a guardare te e la tua magica pancia gorgogliante…

Prima regola del viaggiatore minchione (missione consapevolezza Zen)

September 12, 2012  |  Regole del viaggiatore minchione, Stuff  |  No Comments

Con gli specialisti della meditazione seduta non si scherza.

Parteciperanno ad ogni sessione equipaggiati con speciali cuscinetti in fibra di kapok, in grado di garantire una seduta morbida e prolungata.

La soluzione improvvisata basata su cuscinetto poggiatesta e telo da mare arrotolato chiarirà subito come tu ci sia capitato per caso al ritiro zen… molto per caso.

P.s.
Per chi avesse dubbi sull’origine della fibra di kapok basta chiarire che si tratta Il kapok è la parte interna del frutto della Ceiba… penso che così sia più chiaro

In viaggio con il Sor Thich

September 12, 2012  |  Stuff  |  No Comments

Dopo tanto viaggiare in giro per il mondo quest’anno ho voluto stravolgere un po’ le carte in tavola.

Invece di andare a zonzo in qualche continente inesplorato mi sono dedicato ad un’esperienza più interiore e sono andato a fare un ritiro spirituale di 6 giorni sotto la guida di un maestro zen vietnamita, Thich Nhat Hanh, chiamato da tutti Thay ( che in vietnamita vuole dire maestro) e da me soprannominato il Sor Thich. Insieme al Sor Thich c’erano anche una trentina di monaci Plum Village

A differenza dei vari santoni a buon mercato che si trovano in giro, Thay ha testimoniato con le azioni di tutta la sua vita cosa vuole dire dedicarsi anima e corpo alla pace (basta dare uno sguardo alla sua storia su Wikipedia – iten).

E’ stata una esperienza molto profonda che non è facile raccontare a parole. Le giornate sono state dense di varie attività: meditazioni, discorsi e condivisioni. Il filo comune è stato quello di riportare la nostra attenzione al momento presente, acquisendo una piena consapevolezza del corpo, della mente e del respiro. In un certo senso è stata una prosecuzione del discorso relativo allo yoga che ho cominciato alcuni anni fa.

Il primo giorno ammetto di aver avuto un bel po’ di difficoltà ad entrare in sintonia con il ritmo del ritiro, ma poi piano piano ho iniziato a scegliere le attività a me più congeniali.

Ecco qualche foto volante dell’evento:

Il programma del ritiro:

Il panorama delle colline di Roma nord

Thich Nhat Hanh che si prepara prima di iniziare la sessione di spiegazione del Dharma

P.s.
Sto recuperando i video dei discorsi con traduzione in italiano del Sor Thai nel frattempo chi fosse interessato può trovare tanto materiale su Vimeo alla pagina del Plum Village Online Monastery

P.p.s.
Ovviamente come in ogni viaggio che si rispetti anche in questo caso ho fatto le mie figure da minchione. A breve qualche regola del viaggiatore minchione in versione special edition ritiro zen

Oca stirata

September 11, 2012  |  Food & Cook, Hong Kong, Viaggi  |  No Comments

Ci ho messo un po’ a capire cosa fosse…
Nei mercati di Hong Kong si trova un po’ di tutto…

E Mazurka Klandestina sia…

August 6, 2012  |  Stuff  |  No Comments

Ecco una canzone che stavo cercando da qualche tempo e che ieri mi sono trovato ieri nella posta elettronica, dono inatteso di un’amica conosciuta ballando.

Ogni volta che l’ascolto il pensiero vola immediato alla Mazurka Klandestina

Prendo in prestito queste parole dal sito http://iovivoiovivro.it/fritto-misto/alberto-damilano-la-mazurka-clandestina.html perché raccontano con espressioni migliori di quelle che potrei trovare io la Mazurka Klandestina

” In particolare, c’è un ballo che sembra non voler più stare negli schemi dati, nelle distanze, nei movimenti: quel ballo è la mazurka.
Di danza in danza, di sera in sera, di gruppo in gruppo e di festa in festa la mazurka cambia, i passi accelerano, i corpi si avvicinano e si toccano, spalla contro spalla, guancia con guancia, fianchi, braccia, gambe. Intensi ma riservati, passionali ma precisi e nel pieno rispetto dello spazio e dell’integrità dell’altro, i ballerini imparano a guidarsi col contatto, col tocco, a occhi chiusi o aperti, seguendo la musica istintivamente, nei vecchi schemi, ma nel nuovo corpo, nel nuovo tempo.
E, sentendosi pionieri, rivoluzionari ma legati ai maestri, la battezzano la mazurka clandestina e decidono che la balleranno solo di nascosto, e di notte, per godersi la festa e per non disturbare e forse per non offendere.
Così la voce si sparge sotterranea. Un tam tam clandestino racconta e chiama a raccolta i ballerini della mazurka clandestina e annuncia il luogo, sempre una piazza, e l’ora del ritrovo, e il nome dei suonatori.
….
Dicono che ogni mazurka clandestina sia diversa, più bella, o più brutta, ma unica ogni volta.
Portata dal vento e dai nostri giovani che vanno in Francia, la mazurka clandestina è arrivata anche qui, nella nostra città. Si occupano le piazze, di notte, e si danza. “

Ecco qualche altro video che racconta la Mazurka e la

P.s.
Tranquillizzo chi mi conosce bene. Io, la musica ed il ballo non siamo molto compatibili, ma il mio essere minchione inside mi spinge sempre a mettermi in condizioni ambientali dove posso esprimere la mia inettitudine… in questo caso nelle danze popolari :D

Black out indiani

August 1, 2012  |  India, Viaggi  |  No Comments

La notizia del più grande black out della storia dell’India fa sorridere.

L’India e la sua follia sono difficili da comprendere per chi non c’è mai stato.

Follia di un paese che ha picchi tecnologici altissimi ed allo stesso tempo si basa ancora nelle campagne sul lavoro animale. In tutto questo c’è anche la realtà di un paese emergente che non ha una infrastruttura di distribuzione energetica adeguata.

In parole povere in ogni città indiana ci sono piccoli o grossi black out quotidianamente di giorno e di notte. Una delle cose più importanti per un viaggiatore da portare in India infatti sono le torce a dinamo per ritrovare la strada tra i vicoli nelle notti buie indiane.

Mi ricordo poi come a Delhi nei momenti più caldi della giornata ci fossero black out programmati perché la rete di distribuzione elettrica non reggeva i carichi richiesti. Io pagavo per una stanza per l’aria condizionata, ma tanto ad una certa ora staccavano la corrente….

La cosa più divertente erano gli internet cafe. Mi è capitato spesso di cercare di fare telefonate via Skype verso l’Italia in mezzo al frastuono dei gruppi elettrogeni alimentati a benzina che tenevano accesi i computer, mentre tutto intorno era buio completo.