“Com’è sottile il rapporto tra viaggiatore e bagaglio! Il viaggiatore ne conosce le idiosincrasie ed il contenuto come nessun altro; può provare verso di esso affetto o odio feroce, ma nel bene o nel male, egli è legato al suo bagaglio; la sua perdita sarà fonte di disperazione; per recuperarlo rinunzierà a biglietti ferroviarai,a cuccette di nave; il bagaglio sarà sempre accanto a lui anche quando egli si chiuderà nella grigia stanza di un qualche strano albergo.
….
Sapere cosa portare con sé è un’arte. La valigia che deve essere aperta e chiusa una dozzina di volte al giorno deve essere una valigia che si espande, e all’inizio va riempita al minimo, non al massimo della sua capienza. Questa è la prima regola, e qualsiasi tentativo di infrangerla, stipandola all’ultimo minuto, deve essere respinta….”
tratto da “Passaggio a Teheran” di Vita Sackville-West, 1926