Il primo giorno é stato un giorno molto lungo. Poco sonno per gli ultimi preparativi ed un’alzataccia per prendere l’aereo che partiva alle 7.30. Volevo però stare all’aereoporto prima per vedere se c’erano problemi con l’inbarco della bici.
Alla fine tutto bene. Mi sono presentato al check in chiedendo cosa fare del bagaglio e mi hanno detto che dovevo comunque fare la fila.
Nessun problema ma la scena é stata ridicola. Il cartone della bici (160X90) passava a malapena nelle corsie della fila quindi ogni tot metri mi dovevo fermare e spostare le barriere con il nastro. Una volta al check in nessun problema, mi hanno indicato una portocina, è arrivato l’addetto al bagaglio extra ed abbiamo caricato il tutto sul nastro trasportatore. Il panico mi é venuto quando sono salito poi sull’aereo. Si vedeva il cartone già ammaccato ed avevo la netta impressione che lo avessero già aperto.
Il volo é stato quindi un po’ teso anche perchè era un po’ che non viaggiavo con la Ryanair ed hanno introdotto questo simpatico sistema di romperti i coglioni ogni 20 minuti con un messaggio a tutto volume per venderti in ordine panini, profumi, biglietti per lotterie e poi di nuovo bevande, braccialetti che ti donano poteri da supereroe e così via.
Arrivato a Goteborg ovviamente il mio cartone è arrivato all’ultimo quando tutti erano andati via. Mi sono messo con calma a rimontare e sistemare il tutto e poi via verso la città.
La parte più difficile é stata attraversare Goteborg e trovare la strada buona. Mi hanno dato indicazioni sbagliate, fatto girare in tondo e così via. Alla fine però un padre che andava in giro in bici con il bambino piccolo mi ha portato sulla retta via e mi ha indicato dove mangiare a poco prezzo.
Polpette svedesi e patate a soli 6 euro. Non potevo cominciare meglio il viaggio.
Lungo la strada ho fatto due chiacchiere con una coppia americana che andava a piedi in giro per la Svezia (lui é uno di quelli che ha creato il Python) e poi con due simpatici vecchietti che in bici venivano da Capo Nord.
Alla fine sono arrivato a Folda dove avevo trovato una persona che mi ospitava con Couch Surf. Lì sono stato introdotto alla via del Maccarello. Ma questa è un’altra storia.