Una notte folle a Delhi.
Il mio primo giorno tra la calca di una città che ti avvolge e non ti lascia respirare.
Mi ricordo ancora la sensazione pungente ed intensa che mi ha assalito mentre in un taxi andavo verso la città.
La sera sono stato catturato dal delirio di musica, odori e gente in continuo movimento.
Sono passato da una celebrazione religiosa fino ad i festeggiamenti per un matrimonio. Un lungo corteo accompagnato da luminarie portate a spalla.
Da semplice fotografo in disparte sono sono diventato attrazione della serata.
Il matrimonio indiano è una questione seria e lunga. Eventi e tradizioni da rispettare che durano giorni e giorni.
Io ho partecipato a quello che si chiama Baarat: l’arrivo di uno sposo a cavallo(con ombrello e scimitarra) accompagnato da famiglia e amici festanti e viene poi accolto dalla famiglia della sposa fino al Mandapa, il luogo dove verrà celebrato il matrimonio.
In questa occasione poi era un evento particolare poiché si celebravano nello stesso momento i due matrimoni di due fratelli. Quindi doppia festa.
La gente piena di stracci accorreva dai vicoli bui per partecipare.
Ed io appollaiato su un montarozzo facevo foto e video a questa scintillante processione. Alla fine un altro dei fratelli (famiglia numerosa) mi ha invitato ad unirmi a loro. Da spettatore sono diventato attore di questa rappresentazione. Balli con il corteo in strada. Processioni di donne in coda al corteo.
Alla fine sono stato portato in una specie di garage dove si svolgevano i festeggiamenti per questo matrimonio.
Mi hanno presentato parenti, amici, cugini. Probabilmente la presenza di uno straniero ha dato lustro ad una cerimonia tra persone di basso ceto sociale.
Aihme non ho mangiato/bevuto nulla. Era la mia prima sera in India ed ancora dovevo adattarmi alle condizioni igieniche ed onestamente ero anche un po’ preoccupato di ritrovare poi la strada dell’albergo in mezzo a vie buie e mal frequentate. Il terzo fratello continuava infatti a dirmi “non ti allontanare” – “se qualcuno ti crea problemi chiamami”.
Culmine della serata è stata la mia passeggiata insieme ad uno degli sposi ripreso da una telecamera. In pratica si cammina lentamente senza parlare uno di fianco all’altro. Io volevo ringraziare per l’invito, ma il cameramen è stato categorico. Non girare la faccia verso lo sposo, non parlare allo sposo, cammina lentamente e basta.
Alla fine dopo tante presentazioni e strette di mano ho ripreso la strada buia verso l’albergo.
Qualche dettaglio in più sul matrimonio indiano sul sito guidaindia