Ora di partire. Il solito arruffone dell ostello mi trova un passaggio per l`ototgar. Ancora non so dove sto andando. Forse Isparta perche`pare che li ci siano dei bei laghi da vedere. Arrivo mi scrollo di dosso il guidatore trovo il bus per Isparta… ma e` pieno e cadente. Alla fine cambio di programma e decido di andare ad Antalia. Non sono convintissimo ma inizia a fare caldo e lo zaino pesa. Circa 6 ore di viaggio + o – tranquillo. Giusto un burino della zona che bruscamente mi chiede di raddrizzare il sedile. I paesaggi che incontro lungo la strada son molto belli. In Anatolia ci sono grandi montagne brulle… giusto un cespuglietto ogni tanto. Monumentale. Pausa pranzo presso autogrill locale carne e melanzane + patate al forno. Arrivo ad Antalia. All`otogar prendo informazioni sui bus e poi prendo un autobus verso il centro. Gia` guardando dal finestrino si capisce che qui tira tutta un`altra aria. Giovani scollacciate a spasso per la strada. La prima volta che le vedo. Salto giu alla fermata nella citta` vecchia, inforco lo zaino e parte la ricerca. Ovviamente caldo atroce, bella sudata e mi perdo tra i vicoli. Su e giu e manco un cavolo di riferimento. Alla fine faccio bingo e trovo la mia pensione Semen famosa per l`atmosfera famigliare. All`improvviso anzi gia` da qualche chilometro… forse per il caldo… forse per il miraggio di un bagno senza il guazzetto per terra e residui lasciati in giro il mio colpo ha cominciato a sussultare. E` arrivata la chiamata del sultano (anche detta maledizione di Tutankamen o Montezuma)… si fa sotto la mama della pensione. Eta’ indefinita verso i 75. Si fa chiamare mama e chiama tutti figlio mio. Vedo la camera… intravedo un bagno pulito solo per me…. il corpo sussulta. Sudo ancora di piu` sia per la fatica sia per il terribile di trattenere la natura. La mama insiste nella sua calorosa accoglienza. Mi invita ad andare a prendere un bel cavi (tea) sulla sua bella terrazza fresca. Insiste. Alla fine tento un affondo disperato…. le faccio una finta, un doppio passo alla Rudi Voeller e la ricaccio fuori dalla stanza. Il resto sono momenti di estasi e leggerezza. Superata questa prima difficolta la giornata scivola via tranquilla. La mama mi offre tantissime indicazioni insieme al suo famoso te sulla terrazza. La sera me ne vado in giro vedo la porta di Adriano, il porto romano e trovo un ristorante spettacolare… il Parlak. Dal trattamento che mi hanno fatto mi sa che pensavano fossi venuto a recensirli per qualche guida di viaggio. Addirittura quando ho chiesto curioso cosa fosse la bevanda rossastra che stavano bevendo ad un tavolo vicino il cameriere e` schizzato a prendermela e me l`ha fatta assaggiare. Na strana cosa densa rosso scuro. Mangiata da ricordare.