L’ho notato già da alcuni mesi. Trattasi delle gang del carrellino o gang del passeggino. Forse è un effetto diretto dell’apertura delle frontiere a Bulgaria e Romania, ma in giro si vedono molti più poveracci che cercano mangiare, vestiti e quant’altro nei secchioni della spazzatura. E’ sicuramente un fenomeno vecchio, ma mi sembra sia diventato sistematico almeno nelle zone dove mi muovo. Si riconoscono perchè girano con i carrellini della spesa da signora anziana o magari con passeggini riempiti a dismisura di ogni genere di cianfrusaglie raccolta che forse poi andranno a vendere. La nota allarmante è che questa attività così tanto degradante è sistematizzata. Girano in gruppetti e si sono anche divisi il territorio. Uno scava, l’altro trasporta. Li vedo praticamente sempre quando arrivo in ufficio, quando scendo a prendere un caffè o quando vado a pranzo. Come se fossero silenziose formichine in cerca delle briciole della nostra società. Sono arrivati in massa da paesi dove manco le briciole sono rimaste per terra. Mi ricordano le signore anziane che vendevano le calze usate a Tallin in Estonia, il poveraccio che faceva pagare per pesarsi sulla sua bilancia a Brasov in Romania o i dormitori per strada a Sofia. Mi ricordo che nei Maramures in Romania mi avevano spiegato come oramai nei villaggi ci fossero solo i vecchi. I giovani erano tutti partiti in cerca di fortuna. Questa nuova migrazione invece sembra portare i più poveri tra i poveri. Come se al nostro più basso strato sociale ne venisse aggiunto sotto forzatamente un altro. Mi ricorda alcune scene del documentario Pinocchio Nero di Marco Balianigirato negli slum di Nairobi. Persone che sopravvivono cogliendo dall’immondizia i suoi frutti.
P.s.
Nessun intento xenofobo o razzista. Solo una riflessione a tastiera sciolta.