La crisi economica può essere il momento per fare una sana e corretta valutazione di quello che è necessario e di quello che è superfluo nella vita.
Potrebbe il momento giusto per fare piazza pulita e cancellare tanti stereotipi che ci sono stati inculcati.
La vita è molto più semplice di quella che ci propinano ogni giorno.
- Non ci serve la supermacchina da pagare ogni mese con un finanziamento;
- Non ci serve lo shampoo per i capelli visibilmente sani;
- Non ci serve la bistecca che prima di arrivare nella nostra tavola si è fatta 10000 chilometri.
La maggiorparte delle cose che ci insegnano a desiderare non ci servono e non migliorano minimamente la nostra vita.
Siamo stati programmati con stereotipi di pseudo ricchezza esteriore da inseguire ad ogni costo. Siamo felici se sono nostri e ci sentiamo in colpa se non riusciamo ad ottenerli.
La supermacchina tra due anni sarà vecchia oppure sarà stata rigata in un parcheggio.
Siamo sicuri che vale la pena fare tanti sacrifici per averla ? Tanto in coda per strada ci staremo comunque, con la supermacchina o con la vecchia macchina di dieci anni.
Lo shampoo per capelli “visibilmente sani” è pieno di derivati del petrolio(vedi petrolati e paraffina).. avete presente le foto dopo i disastri ambientali in cui si vedono gli animali inzuppati di petrolio ? Non sembrano tanto contenti….
Per quanto riguarda la bistecca viaggiatrice, ma siamo sicuri che un cibo che deve fare un viaggio così lungo sia veramente salutare ? Non so voi, ma io dopo un viaggio intercontinentale sono sempre abbastanza rintronato.
Ma se queste cose non ci servono ed in certi casi ci fanno anche male allora perché penarci ad inseguirle ?
Due citazioni che ci stanno a pennello.
Una citazione sacra (buddhista):
Un giorno il Buddha sedeva nel bosco con trenta o quaranta monaci. Avevano fatto insieme un ottimo pranzo e stavano in buona compagnia l’uno dell’altro, sopraggiunse un contadino molto triste, che chiese al Buddha e ai monaci se avessero visto passare le sue vacche. Il Buddha rispose di no. Allora il contadino disse:
«Monaci, sono così depresso. Avevo dodici vacche e non riesco a capire perché siano fuggite. Avevo anche una piantagione di sesamo di alcuni acri, ma gli insetti l’hanno interamente divorata. Sono tanto infelice che vorrei morire».
Il Buddha disse:
«Amico mio, non abbiamo visto alcuna vacca passare di qui. Forse devi cercarle nell’altra direzione».
Il contadino ringraziò e scappò via, mentre il Buddha si rivolgeva ai monaci:
«Amici miei, siete le persone più felici del mondo, perché non avete vacche da perdere. Se aveste vacche da allevare sareste indaffaratissimi. Perciò per essere felici, dovete imparare l’arte di lasciar andare le vacche. Lasciatele andare a una a una. All’inizio credevate che queste vacche fossero necessarie per essere felici, ma adesso vi rendete conto che non sono affatto essenziali per la vostra felicità, ma che, al contrario, costituiscono un ostacolo. Perciò vi siete decisi a lasciarle andare».
(tratta da un discorso di Thich Nhat Hanh)
Dobbiamo chiederci che cosa è essenziale per la nostra felicità. Crediamo che alcune cose sia essenziali per la nostra felicità ma dobbiamo guardare più profondamente. Molti di noi hanno mucche, molte mucche ci ostacolano la via per la felicità. Ecco perché dobbiamo imparare a lasciare andare le mucche. Abbiamo anche molte mucche interiormente, così tante preoccupazioni!
Una citazione profana (tratta da Fight Club)
Le cose che possiedi alla fine ti possiedono
Fight Club – Le cose che possiedi alla fine ti… di slusho84