Sveglia alle 6.15 per prendere un bel bus alle 7.15. L’assenzion si fa sentire e la notte è stata tormentata. La stanza sul tetto nella casa dei vecchietti era accanto ad un nido di gabbiani. I gabbiani non dormono… Saluto Nick e mi incammino verso la stazione. Guadagno il mio posto e mi sparo una pennica di circa 3 ore su 5 di viaggio. Alla fine scambio due chiacchiere con una ragazza anche lei partita da Peniche. Si chiama Cara, americana di origini italiane. Scopriamo che stiamo andando allo stesso ostello, il Black and White di Porto. Lo raggiungiamo con un po’ di fatica, perchè è un pochino fuorimano in zona Boavista. Il palazzo è fatiscente, ma l’interno dell’ostello è curatissimo. Ci incamminiamo poi in direzione centro e pranziamo allo zozzone di turno. Il mio pranzo è carne di bovino con sopra un uovo al tegamino. Dopo pranzo seguiamo la filosofia del take it easy… ognuno va per la sua strada e ci diamo appuntamento per la sera. Lei va in cerca di un treno per la Spagna, io faccio su e giù per la città vedendo chiese e monumenti prima di vedermi con Kaz di Lisbona anche lei giunta a Porto. Facciamo due passi insieme, un po’ di shopping (maglietta del Portogallo a 5 euro…) e poi ognuno a pennicare nel proprio ostello. Lei è reduce da una notte di degustazione nelle cantine del Porto ed io ho ancora sonno da recuperare da Peniche. Per cena vado insieme a Cara nella zona delle distillerie in cerca di qualche assaggio. Peccato che alle 19 siano già tutte chiuse… alla fine cena in un ristorantino lungo il fiume segnalato dalla Routard. Molto molto buono. Usciti dal ristorante scopriamo che la zona si è animata. Un goccio di Porto e poi ci incamminiamo verso l’ostello. Spettacolare stop a vedere una festa patronale in una stradina fuori dalla zona turistica. Veramente folcloristico.
