Chiacchierando con uno dei miei lettori più assidui (mio cugino) è emerso come Vagabonding si occupi di molte cose nell’ultimo periodo anche non collegate ai viaggi.
Ha ragione solo in parte.
In realtà per me viaggiare è un’esperienza attiva. Vagabondo, osservo, metabolizzo e condivido. Questo è il senso del viaggiare. Una volta tornati a casa si devono in qualche modo far proprie le cose viste. Altrimenti basterebbe sfogliare un catalogo illustrato.
Camminando zaino in spalla, ho visto così tante cose in questi anni che non si possono elencare. Ho avuto la grande fortuna di provare esperienze intense ed incontrare le persone più strane ed interessanti possibile.
- ho visto il chaos delle città giapponesi e la pace dei templi e delle cittadine di provincia
- sono soffocato per la qualità dell’aria ed ho provato claustrofobia ad Hong Kong
- ho visto un vecchio giapponese attraversare la Nuova Zelanda con una bicicletta scassata e senza parlare una parola di inglese
- ho confrontato a Rishikesh la mia vita con quella di un americano che ha lasciato tutto e da sette anni gira in India praticando yoga e meditazione
- ho sperimentato che un’altra vita è possibile, vivendo la realtà di Vancouver insieme alla mia ex compagna
- ho visto una ragazza olandese di origini Malacche esprimersi senza conoscere il giapponese, ma solo attraverso la voce e le emozioni. Ed i giapponesi la capivano…
- ho visto un eco terrorista lituano e la sua compagna svedese ed il loro stile di vita in una fattoria naturale a sud di Stoccolma
- ho visto la gente di Vancouver usare la bicicletta ogni maledetto giorno della settimana con qualunque clima possibile
- ho visto la sacralità dell’ospitalità ed il rispetto in tanti paesi del mondo
- ho visto la giungla e la natura da sogno in Malesia
- ho vinto la gente ammassata dormire per strada in India e lavarsi la mattina con una piccola bacinella d’acqua
- ho visto la tranquillità nell’affrontare la vita di un ranger Australiano
- ho visto la cortesia e l’attenzione per la natura che hanno a Vancouver (dove è nata Greenpeace)
- ho sperimentato le piste ciclabili della Svezia
- ho visto la tristezza dei paesi dell’est e la febbre con cui nel Baltico inseguono il sogno americano
- ho visto l’America e la tristezza con cui vivevano nel dopo bolla speculativa
- ho visto in India il sorriso di chi non ha nulla e condivide comunque un pasto con te
Queste ed altre cose stanno emergendo. Non gli ho ancora dato una forma precisa, ma ci sarà qualche sorpresa in futuro.