E finalmente si comincia l’avventura in Marocco.
C’è voluto un pochino per capire quale fosse il modo migliore di attraversare il mare, ma poi parlando con un po’ di persone e leggendo varie indicazioni su internet si è deciso per la strada più semplice ovvero il traghetto Tarifa – vecchio porto di Tangeri.
Le altre opzioni che sarebbero state sicuramente più economiche prevedevano la partenza da Algeciras e l’arrivo al nuovo porto di Tangeri Med…
Si chiama Tangeri med ma è solo a 40 km di distanza da Tangeri ed è collegato con 1 bus navetta ogni ora oppure solo tassisti..
Quindi per doverci mettere più tempo e magari rimanere bloccati in mezzo a tanti famelici tassisti pronti a dare la sola ed arrivare direttamente a 600 metri dalla medina c’erano pochi dubbi.
E quindi via attraverso lo Stretto di Gibilterra fino a Tangeri.
Dormiamo in un albergo famoso perché ci hanno girato un film di Bertolucci, ma da quel giorno è stato lasciato andare tutto in malora.
Si spunta un prezzo abbastanza basso, ma poi si dorme con sacco a pelo e tre coperte di lana sopra.
Infatti il Marocco non è proprio attrezzato per l’inverno ed anzi le camere, le case e gli alberghi sono fin troppo areati…
Per il resto la giornata scorre tranquilla esplorando un po’ la Medina sempre con il terrore di perdersi e pianificando cosa fare e dove andare il giorno dopo.
Dopo tanto leggere di come è facile perdersi in una Medina ogni passo è ragionato e cerco sempre di memorizzare posti e luoghi, ma non è mica così facile anzi. Alla fine l’albergo è vicino alla piazzetta più famosa della Medina che si chiama Petit Socco e da lì poi si può andare fuori dalla Medina verso la zona più inn della città Grand Socco e poi Place de France.
Per il giorno dopo torna e ritorna la località di Chefchaouen di cui ci hanno parlato tante persone incontrate prima nell’ostello di Siviglia e poi anche a Tangeri. Pare che sia una fermata obbligatoria nell’esplorazione del Marocco. Toccherà farci un salto.