Una delle cose più interessanti quando si viaggia è quella di confrontarsi con gli usi ed i costumi delle persone che incontri.
Quando poi ci si stabilisce per un bel po’ di tempo in posto nuovo, questa esperienza viene acuita ed espansa.
Le occasioni di riflessione sono tante e vanno ben oltre quelle veloci che può avere un viaggiatore di passaggio.
I canadesi sembrano essere famosi per i loro modi gentili e per la loro predisposizione al prossimo. Lo avevo visto in una puntata dei Simpson.
In parte è così.
L’autista dell’autobus ti saluta quando sali sul mezzo e le persone quando scendono lo ringraziano con un sonoro thank you.
I canadesi ringraziano,quando ricevono una cortesia od un favore, e lo fanno molte volte come se fossero giapponesi con gli inchini.
La cosa più interessante però è che credono nelle regole. Un’italiana che abbiamo incontrato, da vera italiana, ha detto “sono limitati non hanno fantasia se le cose non vanno come dicono loro si bloccano ed entrano nel pallone“.
In realtà credono nelle regole e quindi non si aspettano comportamenti all’italiana per aggirarle.
In realtà per un italiano entrare in un mondo di regole e di cose che funzionano è una esperienza tutta nuova, suggestiva, quasi da candid camera alla Nanni Loi.
Angelita in mezza giornata si è iscritta all’università, le hanno fatto la foto, le hanno consegnato la tessera nominale con foto per i mezzi ed il materiale per l’università.
Io in 30 minuti ho ricevuto la chiave della mia stanza ed un badge elettronico per accedere ai laboratori.
Come questo ci sono altri esempi, ma li lascio per un’altra volta.
La cosa che mi ha colpito di più sono stati i discorsi di esordio di due professori universitari di due corsi diversi che sto seguendo. Innanzitutto si presentano in classe portando le fotocopie della lezione che poi vengono distribuite a tutti. Tanto per dire quanto è bella l’organizzazione.
Se un professore fa un errore, e qualcuno glielo fa notare dopo la lezione, il giorno dopo viene e lo corregge davanti a tutti.
Gli esami qui poi sono fatti di varie prove che contribuiscono con una percentuale sul risultato finale. Ad esempio compiti a casa che devono essere consegnati o spediti al professore per una tale data, test online che vengono completati al computer o test in classe.
Il professore innanzitutto ha detto che si aspettava che le prove fossero consegnate per tempo non ci sarebbero stati slittamenti o altro per nessuno salvo presentando dei certificati medici.
E poi ha fatto un discorso di questo tipo:
“Mi raccomando citate sempre le fonti cu vi inspirate. Non copiate.
Se dovete risolvere un problema e trovate su internet una soluzione smart, per me va bene, ma dovete citare la vostra fonte. Anche se fate i compiti con un compagno ditemelo.
Ci sono aziende che al giorno d’oggi, vedi la Microsoft, stanno pagando milioni di dollari perchè i loro impiegati hanno preso pezzi di codice spacciandoli per loro.
In questa università non vengono accettati episodi del genere. Nel caso che veniate scoperti avrete un grosso problema con me e con il resto del dipartimento.”
Ovvero da bravi educatori stanno crescendo i giovani più brillanti al rispetto delle regole, essendo loro i primi a rispettarle.
Adesso una domanda banale e retorica.
Come si cresce in Italia e secondo quali valori ?
Rispondendo a questa domanda forse si capisce il perchè in Italia vengono tollerati comportamenti inqualificabili e perchè in molti paesi civili sia difficile comprendere la situazione politica italiana.
Ovviamente il riferimento non è legato a mister b, “punta di diamante” della volgarità italiana che esportiamo sulle pagine di giornale di tutto il mondo, ma ha radici più profonde
Mister b si è limitato solo a plasmare una italica tendenza a sua immagine e somiglianza.
Un Paese all’apparenza molto bello e un post che lo descrive egregiamente!
Mi domando solo se il “rigore” nel seguire le regole non sia frutto solo di un guinzaglio un pò corto
“In questa università non vengono accettati episodi del genere. Nel caso che veniate scoperti avrete un grosso problema con me e con il resto del dipartimento.”
e la cortesia sia solo un formalismo dietro cui rimane comunque l’indifferenza e il concetto del “proprio orticello”.
Ma, anche con queste ipotesi, mi trasferirei comunque domani!