Il turista è l’uomo dell’agenzia turistica, l’intrepido esploratore dei cataloghi di viaggio, il figlio del pacchetto vacanze ed il benefattore degli accompagnatori turistici.
Ovviamente anche il turista è a modo suo un avventuriero, ma è ancora ancorato a quelle sicurezza che solo un pulmino con autista, aria condizionata ed interprete possono dare.
Viaggiare così è sicuramente bello e rilassante. Si vede tutto quello che si deve vedere e si conoscono altre persone appassionate del precotto…
Infatti ogni esperienza risulta falsata, meno vera.
E’ un cibo precotto da mensa. Collaudato, poco indigesto per chi ha lo stomaco delicato, ma che continua ad offrire sempre 3 volte al giorno le stesse emozioni.
I balli folcloristici fatti dai locali, la stessa tigre che pungolata si agita un po’(pora bestia che magari cerca solo un po’ di tranquillità), il solito mercatino dove fortunatamente parlano la nostra lingua così è più facile comprare.
Io invece sto con gli altri. Gli arruffoni avventurosi che si emozionano parlando con una persona del luogo su un bus locale. Quelli che si perdono ogni volta che arrivano in nuova città cercando di interpretare le mappe contenute nelle guide di viaggio per cercare un posto per dormire.
Quelli che oggi sono qui e che magari stanotte prendono un bus di 8 ore così risparmiano sul letto e possono vedere domani un altro posto.
Questi sono i veri viaggiatori, quelli che assaporano veramente il contatto con una nuova cultura vivendo anche se per poco nei posti che vanno a visitare.
Ovviamente nel mondo c’è spazio per tutti. Alberghi e resort per i primi, bettole pensiones ed ostelli per i secondi.
Il turista è spesso schiavo del poco tempo a disposizione. Magari il turista è benestante e si può permettere un bel tour organizzato. Allo stesso tempo però è vincolato dal poco tempo disponibile. Un po’ come i vecchi tour di giapponesi che visitavano 8 capitali europee in 7 giorni anche il nostro turista è costretto spesso a vedere le cose molto rapidamente. Salire e scendere dal bus. 30 minuti per vedere il monumento e poi di nuovo tutti sopra.
In se tutto questo però è un po’ triste. E’ come avere davanti una bella tavola inbandita di cibo proveniente un po’ da tutto il mondo, ma avere solo 30 secondi per assaggiare tutto. Un po’ di nasi goreng, con 2 fettuccine al sugo ed una spruzzata di tofu per gradire.
Per pochi secondi sembra tutto buono, ma dopo un po’ i sapori si mischiano e con il tempo di dimenticano.
Il viaggiatore invece non corre questo pericolo. Spesso ha più tempo ed anche meno soldi. Deve trovare il modo di sopravivere per settimane o mesi. Il suo resort all inclusive è una camera affittata da una vecchia gentile, ma sdentata, che sbiascica frasi senza senso mostrando foto in bianco e nero.
Il suo continental breakfast ogni mattina è pane casereccio del giorno prima.